Gratitudine come etica professionale
Gratitudine come etica professionale: un nuovo paradigma per il business e la sua durata nel mercato.
Gratitudine come etica professionale: se ne parlate nel mondo del business, nessuno vi prenderà sul serio.
Eppure, osservando le persone, i comportamenti con cui manifestano i loro bisogni e le scelte di acquisto che fanno, ci sono segnali che, da qualche tempo, muovono in me riflessioni profonde.
Da un’indagine sui Millennial di Deloitte (2018 Deloitte Millennial Survey: Millennials disappointed in business, unprepared for industry 4.0) emerge che:
I Millennial e la generazione Z chiedono alle aziende, più che ai politici, un impegno maggiore per un impatto sociale positivo;
Tre quarti dei Millennial ritengono che le multinazionali abbiano il potenziale per contribuire a risolvere le sfide economiche, ambientali e sociali del
mondo;
I Millennial ritengono che i manager non siano consapevoli del contributo che potrebbero dare alla società con le decisioni che prendono.
LA RESPONSABILITÀ D’IMPRESA
Si parla molto di responsabilità sociale di impresa (CSR, Corporate Social Responsibility). Grazie alla spinta dei consumatori, le aziende che puntano a stare sul mercato in modo duraturo, capiscono l’importanza di investire in percorsi di responsabilità verso le comunità locali e l’ambiente.
Questi temi, tuttavia, portano con sé la necessità di una sincera sensibilità e di una vocazione profonda al bene comune. Chi agirà rispondendo a questi temi unicamente per inseguire un trend con azioni di marketing e comunicazione preconfezionate, sarà penalizzato. Infatti, i consumatori sono ormai abili a riconoscere quello che è vero, da quello che invece è catalogabile come greenwashing.
Le aziende, e quindi, le persone che le guidano, sono molto impegnate a guadagnare la reputation nel mercato e a far emozionare il proprio cliente. E per farlo lavorano molto sul marketing e la comunicazione. Ma oggi la reputation e le emozioni rischiano di non bastare più.
ALLA RICERCA DI UNA NUOVA ETICA PROFESSIONALE
Fino a qualche tempo fa il cliente cercava qualità e convenienza in un prodotto o in un servizio da acquistare. Poi, questa è diventata una condizione data per assodata e l’attenzione si è spostata sull’esperienza, sulle emozioni che il cliente ricerca nel prodotto o nel servizio acquistato.
Oggi le cose stanno cambiando ulteriormente: i consumatori si aspettano che il loro acquisto contribuisca a un futuro più equo sia dal punto di vista sociale che ambientale.
La sfida è più elevata, perché non parliamo solo di soddisfare un bisogno primario o sociale (per citare il riferimento alla piramide di Maslow), bensì della necessità di alimentare uno scopo.
IL RUOLO DELLA GRATITUDINE
Progettare, creare e realizzare prodotti e servizi in grado di impattare positivamente sul mondo fa sì che chi li acquista si senta grato per l’opportunità di contribuire, attraverso l’atto di acquisto, a qualcosa di più grande. Sarà proprio questo a fidelizzare il cliente e permettere al brand di rimanere nel mercato.
Credo che oggi la nuova condizione per rimanere nel mercato sia generare gratitudine.
Il concetto di gratitudine è una nuova etica professionale, e non solo, che introduce due elementi di discontinuità rispetto al presente: il paradigma temporale e l’ampiezza degli obiettivi.
Il paradigma temporale: i manager sono chiamati a cambiare il paradigma rispetto al quale prendono le decisioni. Questo perché, per rispondere a uno scopo più grande, bisogna guardare a qualcosa che duri nel tempo, che sviluppa il suo valore nel tempo, che non toglie opportunità al futuro per massimizzare il presente. Per rimanere nel mercato per un tempo duraturo serve generare gratitudine, che è un concetto opposto a quello di speculazione che ancora oggi domina la contemporaneità.
L’ampiezza degli obiettivi da tenere in considerazione: non più solo economici, ma anche ambientali e sociali. Il perimetro da considerare per il nostro agire non è più ridotto alla sola azienda, ma include anche il contesto esterno: gli effetti sul pianeta e sulla società.
Solo chi è mosso da un profondo senso di gratitudine verso le persone, verso il pianeta, verso quello che esiste e c’era prima di noi, avrà la possibilità di generare un business che rimarrà nel mercato in modo duraturo.
UN NUOVO MINDSET
Si tratta di risvegliare un mindset che parte dal dialogo interiore: solo ciò che si ha dentro può modificare il mondo esterno. Se non si è abituati a dire grazie per la magnificenza di quello che c’è intorno a sé, sarà complicato generare gratitudine attraverso i prodotti e i servizi realizzati.
Diventa quindi importante aiutare i manager a riconnettersi con il loro scopo più grande, ad allenare i comportamenti utili e a limitare o dismettere quelli disfunzionali.
Citando Simon Sinek: “Le persone non comprano quello che fai. Comprano perché lo fai. E quello che fai dimostra semplicemente ciò in cui credi.”
IL RUOLO DEL COACHING
Il Coaching è il metodo più efficace per allenare comportamenti coerenti con il proprio obiettivo.
Il business non è solo fatto di numeri. È sempre di più influenzato dalle emozioni che i clienti provano, dai valori rispetto ai quali le persone si sentono ispirate, dallo scopo più grande in cui ci si ritrova uniti.
Credete ancora che il concetto di gratitudine come etica professionale sia qualcosa di estremamente lontano dall’idea comune che si ha di business?
E il coaching come strumento di consapevolezza e analisi profonda, come potrebbe aiutarci?